Omnes iudices urbanaeque

< Imperator Constantinus.Omnes iudices urbanaeque plebes et artium officia cunctarum venerabili die solis quiescant. ruri tamen positi agrorum culturae libere licenterque inserviant, quoniam frequenter evenit, ut non alio aptius die frumenta sulcis aut vineae scrobibus commendentur, ne occasione momenti pereat commoditas caelesti provisione concessa.>

 

 

 <Imperatore Costantino. Nel venerabile giorno del Sole, si riposino i magistrati e gli abitanti delle città, e si lascino chiusi tutti i negozi. Nelle campagne, però, la gente sia libera legalmente di continuare il proprio lavoro, perché spesso capita che non si possa rimandare la mietitura del grano o la semina delle vigne; sia così, per timore che negando il momento giusto per tali lavori, vada perduto il momento opportuno, stabilito dal cielo. >

 

-Codice Giustiniano 

 

 

 

Interessante riflessione potrebbe farsi sul "momento opportuno, stabilito dal cielo", ovvero che nonostante il solis dies sia giorno di festa, poiché l'evidenza delle cose materiali mostra che in quel giorno potrebbe essere obbligatorio lavorare (per il raggiungimento dello scopo stesso del lavoro), allora diventa parte del volere divino che si lavori in quel giorno. A proposito abbiamo un'altra fonte di molto precedente (Cicerone) dove dice l'opposto, e cioè che nei giorni di riposo si possono fare soltanto i lavori fondamentali per la sopravvivenza (porta alcuni esempi di carattere agricolo, come tirare fuori un bue caduto in un fosso), a cui doveva però seguire un'offerta espiatoria.

 

Emanuele Viotti

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