Rito Romano IX: apertura rituale

Non si può definire "semplice" la rituaria romana, essa comprende numerose conoscenze teoriche e pratiche che si vedono necessarie per poter eseguire un rito.
Questo gran numero di norme sono fortunatamente fatte salve da un nutrito numero di fonti, diversamente da quello che avviene per altre realtà pagane.
In questa serie di articoli sul Rito Romano cercheremo di dare delle indicazioni precise e puntuali (dove possibile) su come compiere un rito, in modo tale da dare a tutti la possibilità di farlo.
L'ordine per argomento seguirà lo stesso del rito vero e proprio.


Come primo esempio di rito abbiamo preso quello di Catone da compiersi prima d'iniziare mietitura (De Agri Cultura 134 [CXLIII]), in quanto sono presenti anche le formule per le offerte a Giano e Giove.
Per una più facile comprensione sarà scritto in grassetto la formula rituale mentre in carattere normale il testo, seguirà la traduzione. Per un adeguamento di questo rito alle proprie necessità, verranno messi in evidenza gli elementi da modificare con una spiegazione finale, questo vi permetterà -pur non conoscendo il latino- di adattare questo rito.

Questo esempio di rito, che prevede il sacrificio di una scrofa a Cerere aveva valore di piaculum, cioè di sacrificio espiatorio alle due divinità legate alla vita: Giunone (come vuole il suo aspetto arcaico, precedente all'assimilazione con Era) e a Cerere (della quale si sfrutta la terra coltivata). Essendo la scrofa un animale ctonio e femminile, risulta datore di vita, e quindi adatto come offerta espiatoria. ("Catone il Censore l'agricoltura" a cura di Luca Canali e Emanuele Lelli)
Ma l'elemento per noi più interessante (a meno che non siate possessori di un campo da mietere) è l'apertura rituale con le offerte a Giano e a Giove e le relative formule, che sono solamente accennate negli altri riti che pubblicheremo.


<[1] Prius quam messim facies, porcam praecidaneam hoc modo fieri oportet: Cereri porca praecidanea porco femina, prius quam hasce fruges condantur, far, triticum, hordeum, fabam, semen rapicium. Thure, vino Iano Iovi Iunoni praefato, prius quam porcum feminam immolabis. [2] Iano struem ommoveto sic:

Iane pater, te hac sture ommovenda bonas preces precor, uti sies volens propitius mihi liberisque meis domo familiaeque meae

Fertum Iovi [om]moveto et mactato sic: 

Iuppiter*, te hoc fercto obmovendo bonas preces precor, uti sis volens propitius mihi liberisque meis domo familiaeque meae mactus hoc ferto

[3] Postea Iano vinum dato sic:

Iane pater, uti te sture ommovenda bonas preces bene precatus sum, eiusdem rei ergo macte vino inferio esto

Postea Iovi sic:

Iuppiter, macte isto fercto esto, macte vino inferio esto

 Postea porcam praecidaneam immolato. [4] Ubi exta prosecta erunt, Iano sturem ommoveto mactatoque item, uti prius obmoveris; Iovi ferctum obmoveto mactatoque item, uti prius feceris. Item Iano vinum dato et Iovi vinum dato, item uti prius datum ob sturem obmovendam et fertum libandum. Postea Cereri exta et vinum dato.>


*Iuppiter= Ius Pater, cioè padre della legge, ovvero Giove


[1]Prima di iniziare a mietere, bisogna sacrificare la scrofa praecidanea (della prima mietitura): a Cerere va immolata una femmina di maiale, prima che si raccolgano: farro, frumento, orzo seme di rapa. Con incenso e vino invocherai Giano, Giove e Giunone, prima di sacrificare la scrofa. [2] A Giano offrirai le sture (focacce sacre) dicendo:

Padre Giano, nell'offrirti questa sture ti invoco con giuste preghiere affinché tu voglia essere propizio a me, ai miei figli, alla casa e alla mia famiglia 

[ricordiamo che nella famiglia rientravano anche gli schiavi n.d.r.] Offrirai e renderai gradito a Giove un fercto (pagnotta) dicendo:

Giove Padre, nell'offrirti questo fercto ti invoco con giuste preghiere affinché tu voglia essere propizio a me, ai miei figli, alla casa e alla famiglia

Quindi offrirai vino a Giano con queste parole:

Padre Giano, come ti ho offerto la sture con giuste preghiere, perciò allo stesso modo tu sia onorato da questo vino che ti offro

Quindi a Giove con queste parole:

Giove, tu sia onorato di questo fercto, tu sia onorato di questo vino

Solo a questo punto sacrificherai la scrofa pracidanea. [4] Tagliate le viscere, presenterai a Giano la sture e la offrirai con la stessa formula di prima; a Giove presenterai il fercto e l'offrirai con la stessa formula di prima. Allo stesso modo offrirai vino a Giano e a Giove così come è stato fatto prima con la strue e il ferto. Quindi offrirai a Cerere le viscere e vino.


Divinità e/o appellativo

Termini da modificare maschile/femminile e singolare/plurale in base alla divinità

Offerte

Termini da modificare maschile/femminile e singolare/plurale in base all'offerta


Sono stati selezionati anche nella traduzione per facilitare la comprensione degli elementi in italiano ed in latino, "tu sia onorato" (macte) non è da modificare.


Quindi se per esempio una volta compiuta l'apertura rituale voleste offrire dell'incenso a Giunone, potreste prendere a riferimento la prima formula per Giano e dire:
<Iuno mater, te hoc thure ommovendo bonas preces precor, uti sies volens propitia mihi domo familiaeque meae>

Qui sono stati esclusi i figli.

Per ulteriori informazioni sull'esecuzione del rito vi invitiamo a leggere gli articoli precedenti.

Un ottimo traduttore di italiano-latino e latino-italiano, fornendovi anche di declinazioni e tutto è questo.


Emanuele Viotti

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