I Calendari Romani: Romuleo

Nella lunga storia della Roma antica non vi è sempre stato un unico calendario, l'evoluzione culturale e sociale dell'Urbe attraverso i secoli ha condotto ad un processo di cambiamenti in ambito calendariale tali per cui partendo da un approssimato calendario lunare, si è giunti ad un calendario solare estremamente simile al calendario Gregoriano in uso oggi da noi. 


Il primo calendario in uso presso i romani fu istituito da Romolo, utilizzato dalla fondazione fino al 713aev, esso è comunemente definito un calendario lunare per quanto non né rispetti le caratteristiche, come è evidente (un mese sinodico è di 29,53 giorni, mentre i mesi romulei sono di 30/31 giorni) e come sottolinea lo stesso Macrobio (Saturnalia, Prima Giornata, I, 12.39).

Esso aveva una durata complessiva di 304 giorni, distribuiti in 10 mesi, da Marzo con la riaccensione del Fuoco di Vesta il 6 dello stesso (Macrobio, Saturnalia Prima Giornata, 12, 6; e Ovidio, Fasti, III, 415-417), e terminava a Dicembre. Questa diversa datazione permette di comprendere per quale motivo mesi come Settembre Ottobre Novembre Dicembre ricordino tanto i numeri sette, otto, nove e dieci (Macrobio, Saturnalia 12,5 in particolare riferimento a "Quintile e successivi", oggi detto Luglio).
Già esisteva la divisione in Kalendae Nonae ed Ides di cui abbiamo parlato  che in questo particolare calendario così si distribuiscono:
Martius, Maius, Quintilis, October erano di 31 giorni;

con le Kalendae all'inizio del mese;

le Nonae il settimo giorno dopo;

le Idi il nono giorno dopo le Nonae;
le Kal successive erano il 17esimo giorno dopo le Idi.
(Ricordiamo il computo romano per cui si contavano anche gli estremi, per questo 7+9+17=33 e non 31)

Aprilis Iunius Sextilis September October November December erano di 30 giorni;

con le Kalendae all'inizio del mese;

le Nonae il quinto giorno dopo;

le Idi il nono giorno dopo le Nonae;
le Kal successive erano il 18esimo giorno dopo le Idi.
(Ricordiamo il computo romano per cui si contavano anche gli estremi, per questo 5+9+18=32 e non 30)

L'ordine consecutivo dei mesi era il medesimo nostro:
Martius, Aprilis, Maius, Quintilis, Sextilis, September, October, November, December.

Ovviamente la distanza tra il Calendario Romuleo, ed il moto reale del Sole attorno alla Terra è considerevole, 304 contro 365,242199 giorni. Sempre Macrobio sostiene che quindi quando la stagione non coincideva con il calendario, si sospendeva il computo in attesa di un riallineamento (Saturnalia Prima Giornata, I, 12.39).
Esso era
 altrettanto distante dall'anno sinodico (della Luna) di 354,3670832 giorni corrispondente a 12 mesi lunari.

 

Seguono il riassunto delle considerazioni di Macrobio sui mesi del calendario Romuleo (ibid. I,12.8-38).
Martius fu dedicato a Marte, padre di Romolo. Mentre Aprilis a Venere (da afrile, la spuma da cui nacque Venere), madre di Enea, infatti nelle cerimonie sacre Mars Pater e Venus Genitrix vengono sempre invocati insieme, il primo perché dio uccisori di uomini, funesto ai mortali, omicida, assalitore di fortezze (Iliade, 5, 31, citato da Macrobio), il secondo quindi doveva lenire la benefica violenza di quello per portare equilibrio. Così analogicamente nello zodiaco l'Ariete è dedicato a Marte, mentre il Toro a Venere, e così all'altro estremo dell'anno, lo Scorpione è diviso in modo tale da essere comune ad entrambi: la parte posteriore aculeo potentissimo è domicilio di Marte, mentre la parte anteriore di Bilancia equilibra, salda e congiunge i matrimoni. 
Diversamente però sia Lucio Cincio/Cingio [studioso di età augustea ndr] che Varrone sostengono che i romani non avessero a conoscenza la divinità Venere, perciò il mese non poté essere a lei dedicato. Forse perciò Aprilis deriva da aperire ovvero aprire, poiché nel periodo precedente all'equinozio di primavera il mare non si può navigare, la terra è coperta da nuvole, neve e ghiaccio, mentre è con la primavera che tutto ciò si riapre.
Maius invece è un argomento molto dibattuto tra gli studiosi:
Fulvio Nobiliore dice che Romolo divise il popolo in maiores iuniores (anziani e giovani), i primi difendevano la patria con la saggezza, mentre i secondi con la forza. Perciò Maius era dedicato ai primi, mentre Iunius/Quintilis era dedicato ai secondi.
Secondo altri Maius venne importato dalla città di Tuscolo, dove Giove veniva venerato con il nome di Maium, così chiamato per la sua grandezza.
Lucio Cincio/Cingio lo affida a Maia, moglie di Vulcano, dimostrandolo rammentando il sacrificio compiuto il primo maggio dal Flamine di Vulcano. Pisone sottolinea però che la moglie di Vulcano era Maiestas e non Maia.
Altri sostengono che derivi sempre da Maia, madre di Mercurio, motivo per cui i mercanti in questo mese sacrificano a queste due divinità.
Per Cornelio Labeone ed altri, si sacrifica Maia a cui sacra è la terra, denominata così per la magnitudine, la grandezza, per cui nei sacrifici è invocata con il nome di Magna Mater, infatti si sacrifica una scrofa gravida che è vittima propria della terra. In tale sacrificio dicono che Maia si unisce a Mercurio in quanto è il contatto con la terra che da all'uomo la voce al momento della nascita, <e Mercurio è il dio della voce e della parola come tutti noi sappiamo> (ibid. I,12.20). Sempre Labeone ricorda che a Maia venne dedicato un tempio alle calende di maggio sotto il nome di Bona Dea, ed <il rito più arcano delle cerimonie sacre permette di dimostrare l' identità fra Bona Dea e la terra. Questa nei libri dei pontefici è indicata con i nomi di Bona e Fauna, di Ope e Fatua> Bona perché produce tutto ciò che è buono per il vitto, Fauna perché favorisce tutto ciò che è utile ai viventi, Ope perché per il suo aiuto la vita sussiste, Fatua (da fari, parlare) perché i neonati non hanno voce prima di toccare terra, come già detto. Qualcuno dice che ella ha la medesima potenza di Giunone, per questo nella sinistra ha lo scettro regale, altri la identificano con Proserpina perché le si sacrifica una porca in quanto le messi donate da Cerere ai mortali vennero divorate da una di queste. Altri la identificano con la dea della Beozia Semele. Qualcuno dice figlia di Fauno, e si narra che resistette alle voglie del padre innamorato di lei il quale la frustò con un ramo di mirto quando non cedette nemmeno ubriaca, riuscendo ad unirvisi solo tramutandosi in un serpente. Infatti è sacrilego tenere verghe di mirto nel suo tempio; sopra la sua testa si ramifica una vite, con cui il padre tentò di sedurla, nel suo tempio si può introdurre vino ma solo sotto altro nome, infatti il contenitore è chiamato "vaso da miele" ed il vino "latte"; i serpenti nel suo tempio appaiono indifferenti senza spaventare né essere spaventati. Alcuni la ritengono invece Medea perché nel suo tempio si trova ogni genere di erbe che i sacerdoti usano per dare medicinali, agli uomini infatti è proibito entrare nel suo tempio per il grave affronto che essa subì dal marito Giasone. I Greci la chiamano "dea delle donne" e Varrone la riconosce nella figlia di Fauno, il suo nome non fu mai pronunciato in pubblico, non vide mai un uomo e nessun uomo mai la vide. Ne deriva infatti che in Italia nessuna donna è ammessa al culto di Ercole, il quale conduceva i buoi di Gerione, chiese da bere ad una donna la quale si rifiutò di aiutarlo adducendo che che quel giorno era sacro alla dea delle donne, ed era proibito dare agli uomini assaggiare ciò che serviva al culto. Per questo Ercole in occasione di un sacrificio tenne lontane le donne, ed ordinò a Potizio e Pinario, custodi del culto, di non ammetterne alcuna. 
[Maggio forse viene anche da maius in riferimento agli antenati, in quanto qui cadono le feste dei Lemuria ndr]
Segue Iunius già abbiamo detto forse legato ai giovani, secondo Lucio Cingio perché in origine era chiamato Giunonio presso i Latini, infatti le calende di giugno sono dedicate a Iuno Monetae.
Qualcuno pensa che sia dedicato a Giunio Bruto, primo console di Roma [509aev ndr], fu proprio alle calende di questo mese che scacciò Tarquinio* e per soddisfare il voto offrì a Carna sul monte Celio. [che però secondo i Fasti di Ovidio cadeva nella festa del Q.R.C.F. ovvero Quod Rex Comitio Fugerat il 24 maggio, cosa che appare strana in quanto la festa del Regifugium era il 24 febbraio, per stessa conoscenza di Ovidio che la cita, un'altra traduzione della sigla è Quando Rex (sacrificulus) Comitiavit Fas, ovvero "quando il re dei sacrifici indirrà il comizio è giorno fasto". ndr].
La dea Carna era una dea che proteggeva le viscere, il cuore ed il fegato: siccome Bruto grazie al suo cuore intelligente, che egli dissimulava passando per "bruto" ovvero sciocco, fu in grado di cambiare regime politico, e consacrò un tempio a questa dea per proteggere anche gli organi vitali dello Stato. A lei si offrono farina di fave e lardo (la Puls fabata), tra l'altro comunemente le calende di giugno si chiamano Favate, perché nei riti di usano le fave novelle. [Ovidio nei Fasti V definisce dea dei cardini, che ha il potere di aprire ciò che è chiuso e chiudere ciò che è aperto. Secondo il mito presso la selva di Alerno vicino al Tevere fu generata una ninfa chiamata Crane, circondata di pretendenti, considerata sorella di Febo, e correva nei campi e cacciava. Se un pretendente l'avvicinava, ella l'invitava in una grotta poiché fuori vi era troppa luce, e con la luce troppo pudore, i creduloni tra questi la seguivano ma lei si nascondeva. Tentò di far cadere anche Giano nello stesso trucco, ma lui dio delle porte e dei passaggi e bifronte, la vide nascondersi, quindi l'afferrò a la possedé. Quindi fece <in cambio del nostro amplesso sia tuo il potere dei cardini: questo è il premio per la tua verginità rapita> e le donò un ramo spinoso di colore bianco -il biancospino appunto- con cui potesse scacciare le sventure dalle soglie. ndr]
Quintilis divenne poi Iulius (luglio) in onore di Giulio Cesare, che nacque il quarto giorno prima delle idi del mese.
Sextilis divenne poi Agosto in onore di Augusto con decreto del Senato.
September rimase tale anche se Domiziano cercò di modificarlo in Germanco e di dare ad ottobre il proprio nome, ma venne cancellato successivamente da ogni bronzo o pietra questa denominazione. C'è un limite al cattivo gusto.
Novembre e Dicembre rimasero invariati.

 

 


Emanuele Viotti

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Commenti: 1
  • #1

    Martina (martedì, 05 gennaio 2016 11:13)

    Articolo veramente interessante e completo.