I Calendari Romani: Numa

Nella lunga storia della Roma antica non vi è sempre stato un unico calendario, l'evoluzione culturale e sociale dell'Urbe attraverso i secoli ha condotto ad un processo di cambiamenti in ambito calendariale tali per cui partendo da un approssimato calendario lunare, si è giunti ad un calendario solare estremamente simile al calendario Gregoriano in uso oggi da noi. 


Conclusosi il periodo bellico di Romolo, Numa si trovò nella condizione di dover rifondare la città, questa volta in termini di leggi e prescrizioni religiose (Livio Ad Urbe Condita I, 19). Tra le varie innovazioni suggeritegli dalla ninfa Egeria vi era la ristrutturazione del calendario.

Il Calendario di Numa era un calendario luni-solare, di 355 giorni, diviso in 12 mesi.
I mesi aggiunti rispetto al precedente romuleo erano Ianuarius (dedicato a Giano) e Febrarius (mese delle purificazioni prima dell'inizio dell'anno sacro), posti al termine dell'anno.
Risultava così un anno distribuito secondo tale ordine:
Ianuarius, Febrarius, Martius, Aprilis, Maius, Iunius, Quintilis, Sextilis, September, October, November, December. 

Vi è però una certa discordanza tra le fonti: questa appena citata è quanto riporta Macrobio nei Saturnalia.


Ovidio nei fasti invece sostiene un ordine diverso:

Ianuarius, Martius, Aprilis, Maius, Iunius, Quintilis, Sextilis, September, October, November, December, in fine Febrarius (posto in fondo poiché doveva valere come purificazione prima dell'inizio dell'anno).

In ultimo 
William Warde Fowler, studioso vissuto a cavallo tra l'8 e il '900 propone una soluzione diversa per rispettare il valore di purificazione ante-capodanno di Febbraio e l'inizio anno a Marzo:
Martius, Aprilis, Maius, Iunius, Quintilis, Sextilis, September, October, November, December, Ianuarius, Febrarius.

 
Sappiamo però che nel 449aev Febrarius venne posto dopo Ianuarius (Adriano Cappelli, "Cronologia, cronografia e calendario perpetuo" ed Hoepli, prefazione), e che soltanto nel 153aev si pose il capodanno al primo di Ianuarius (Livio, per. 47,13, citato in Questioni Romane di Plutarco, curato da Nino Marinone,ed BUR, pag. 59 nota 1). Quindi possiamo dedurre che l'ordine dei mesi nel calendario di Numa fosse questo:

 Martius, Aprilis, Maius, Iunius, Quintilis, Sextilis, September, October, November, December, Febrarius ed in fine Ianuarius.

Forse la logica ricercata dall'iniziale soluzione di Numa era quella a Febbraio di prepararsi (mese infatti dedicato alla purificazione delle città oltre che ai riti per gli Dei Mani) in previsione del mese di chiusura, il momento di passaggio a Giano (gennaio), e quindi poi l'inizio dell'anno a Marzo così come stabilì Romolo. Questo per altro avrebbe permesso di porre il mese intercalare -Mercedonius- (di cui parleremo a breve) distante dalle necessariamente accurate operazioni sacre legate alla fine dell'anno ed al nuovo inizio.


<Considera per altro se non è più probabile che Numa abbia adottato un inizio dell'anno conforme alla natura rispetto a noi. Infatti in generale non esiste per natura né l'ultimo né un primo nel ciclo di rotazione, ma per consuetudine alcuni adottano un inizio del periodo di tempo, altri un altro.>
Polibio, Questioni Romane, 19

 

Abbiamo detto che l'anno era di 355 giorni, indipendentemente dall'ordine dei mesi, Macrobio (Saturnalia, Prima Giornata, 13, I e successivi) ci sottolinea i calcoli eseguiti da Numa. Egli infatti vedendo la discordanza tra i mesi di Romolo (30/31 giorni) ed i mesi sinodici (lunari di 29,5 circa,), così come tra l'anno tropico (365,242199 giorni) e quello calendariale del Fondatore (304), decise di:
- aggiungere 50 giorni, 25 per Gennaio e 25 per Febbraio
- togliere 6 giorni ai mesi di 30 giorni e distribuirli ai due nuovi mesi creati
- secondariamente aggiunse un giorno a Gennaio di modo che solo Febrarius avesse giorni pari, e che il totale dei giorni dell'anno erano dispari

 

Macrobio (ibid.) motiva quest'ultima scelta con una logica di carattere naturale prima ancora che pitagorica, ricordiamo infatti che nonostante Numa sia considerato allievo di Pitagora questo non è cronologicamente possibile, e già in antichità si considerò questa notizia un falso (Numa Pompilio 753-673 aev, mentre Pitagora 570-495 aev). Se per altro poi le indagini di Leonardo Magini (Controstoria degli Etruschi, ed. L'Erma), ed il ben più autorevole Mario Torelli (La Forza della Tradizione, ed. Longanesi) sono vere, si dimostrerebbe che gran parte della conoscenza matematica ed astronomica di Pitagora fosse già nota agli Italici (e in particolare agli Etruschi) ben prima del suo arrivo. E che forse lo stesso Numa apprese le conoscenze per la creazione del calendario dagli Etruschi (Macrobio e Plutarco sostengono fosse informato degli studi Greci invece).

 

Poiché l'anno Sinodico era di 354,3670832 giorni, quello Tropico di 365,242199 giorni e quello di Numa di 355, si vide necessario l'inserimento di un mese intercalare ad anni alterni.

Questo mese prendeva il nome di Mercedonius e serviva a riallineare il calendario con quello Tropico e quello Sinodico, aveva la durata di 22 o 23 giorni alternati (quindi un anno senza intercalare, un anno di 22, un anno senza, un anno di 23, un anno senza, un anno di 22, etc.), risultando così una mediazione con anni alternativamente di giorni: 355, 377, 355, 378, 355, 377, 355, 378, etc.
Esso veniva inserito dopo i Terminalia (23 febbraio), ed i 5 giorni rimanenti seguiti dopo il Mercedonio, per garantire che Marzo seguisse a Febbraio (Macrobio, ibid, I,15). Poiché però accadeva spesso che Capodanno o le Nonae cadessero nel giorno di mercato, evento considerato nefasto. Il primo perché ogni volta che accadde giorno di mercato a capodanno l'anno fu infausto e luttuoso (tra le varie anche la sedizione di Marco Emilio Lepido del 78ac, quando marciò contro la stessa Roma!!!). Per quanto riguarda le None, in quanto non si sapeva con certezza in che mese nacque Numa Pompilio, ma si dava per sicuro che fossero le Nonae, motivo di grandi festeggiamenti in questa data anche dopo la fine della monarchia. Il timore si basava sul fatto che avere un grande affollamento di persone (il mercato) nel genetliaco di un re molto amato, poteva far scaturire una rivoluzione per nostalgia della monarchia, ragione per cui era meglio evitare che il giorno di mercato cadesse in quella data.
Il fatto che Gennaio avesse un giorno in più (vedi sopra), faceva si che l'aggiungersi di quel giorno dava ogni anno un eccesso. Questo eccesso poteva essere utilizzato dai magistrati per intercalare di un giorno, evitando questo infausto evento legato al mercato. (Macrobio, ibid.)

 


Il questo caso la divisione Kalendae-Nonae-Idus era coerente con il moto lunare, e pertanto risultava che:
Martius, Maius, Quintilis, October avevano 31 giorni
le Calende cadevano il primo del mese;
le None cadevano il settimo giorno;
le Idi il nono giorno dopo le None;
Le calende successive il 17esimo giorno dopo le idi
(ricordiamo che il computo romano -diversamente da noi- conta anche gli estremi, per questa ragione 17+9+7=33 e non 31)

 
mentre
Aprilis, Iunius, Sextilis, September, November, Dicember, Ianuarius avevano 29 giorni
le Calende cadevano il primo del mese;
le None cadevano il quinto giorno;
le Idi il nono giorno dopo le None;
Le calende successive il 17esimo giorno dopo le idi
(ricordiamo che il computo romano -diversamente da noi- conta anche gli estremi, per questa ragione 17+9+5=31 e non 29)

Febrarius aveva 28 giorni

le Calende cadevano il primo del mese;
le None cadevano il quinto giorno;
le Idi il nono giorno dopo le None;
Le calende successive il 17esimo giorno dopo le idi
(ricordiamo che il computo romano -diversamente da noi- conta anche gli estremi, per questa ragione 17+9+7=30 e non 28)

 

In fine
Marcedonius aveva 22/23 giorni

Ulteriori calcoli e precisazioni su questo calendario verranno forniti alla fine del mese di febbraio con la pubblicazione del calendario perpetuo di Numa. Una soluzione temporalmente corretta e speriamo gradita ai cultori romani sempre in guerra con le faccende Luni-Solari.

Ovviamente la difficoltà nell'uso di questo calendario condusse ad un grosso sfasamento. Capitava anche che per superstizione non s'intercalasse l'anno corretto, oppure che gli appaltatori preferivano allungare o accorciare l'anno corrompendo i funzionari preposti. Furono vari i tentativi di correggere gli errori fatti nel tempo, la Lex Acilia de Intercalandi del 191aev che autorizzò il Pontefice a dichiarare un periodo d'intercalazione per riallineare il calendario. Tutti questi problemi causati dall'incuria e dalla corruzione (ma non dal calendario che anzi mostra a distanza di 2693 anni riscontra un errore di 1 secondo), vennero poi risolti con l'introduzione del calendario di Giulio Cesare nel 46 aev, il quale secondo la nostra datazione iniziò il 14 ottobre del 47aev (ricordiamo che l'anno 0 non esiste, in realtà si passa direttamente dall'anno 1aev all'anno 1ev, per questo il 46aev, a noi risulta il 47aev), ed infatti furono aggiunti ben 3 mesi intercalari (uno dopo febbraio, gli altri due tra novembre e dicembre), per un anno complessivo di 445 giorni!
Accadde però che le calende di gennaio del 45aev caddero il 2 gennaio, ma poiché quell'anno fu bisestile il 44aev fu perfettamente allineato con il moto solare, rimanendo invariato fino alla modifica di Gregorio del 1582ev che è pressappoco il nostro calendario.
 

 

Emanuele Viotti

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